Quando inizierà  la salita dei tassi?

 

Quanto durerà l’attuale fase di rialzo ?

Quando interverranno aumenti dei tassi da parte delle Banche centrali ?

Due quesiti semplici, la cui risposta ha il potere di incidere in maniera notevole sul successo delle scelte di investimento e di timing di ingresso e uscita.  

Con l’attuale  rally degli asset rischiosi – titoli azionari e obbligazioni corporate – ci siamo recentemente chiesti se i mercati finanziari fossero entrati in una fase speculativa: la risposta a questa domanda, in breve, è “no”. Le valutazioni eccezionalmente basse del marzo scorso hanno determinato la possibilità di una ripresa particolarmente marcata senza portare queste due classi di attivi in territorio eccessivamente caro: è ragionevole affermare che gli spread creditizi sono oggi molto più vicini alla media storica di lungo termine e che le valutazioni dei titoli azionari sono prossime alla normalità relativamente ai livelli storici degli utili. Possiamo quindi concludere che i livelli attuali di questi attivi non sono né eccezionalmente convenienti né tali da far presagire una bolla dei prezzi. Passando al contesto macro, l’economia globale appare piuttosto solida, seppur con importanti distinzioni di carattere regionale. I mercati emergenti, ad esempio, evidenziano un andamento complessivamente positivo e i dati provenienti dalla Cina indicano un’attività economica molto robusta.

Inoltre, verso la fine dell’anno scorso, l’economia USA ha messo a  segno una discreta ripresa e, malgrado un rallentamento rispetto all’eccezionale quarto trimestre del 2009, questo primo scorcio di 2010 ha visto una crescita economica discreta. L’Europa rimane invece il fanalino di coda: i paesi dell’Europa continentale e il Regno Unito registrano una crescita relativamente debole rispetto al resto del mondo.

Il periodo attuale può essere classificato come una fase di ripresa sostenuta da misure di stimolo tali da consentire un proseguimento dei rialzi nel breve termine. Abbiamo anche identificato alcuni miglioramenti negli stati patrimoniali delle società del settore privato, in modo particolare in vista dei potenziali nuovi investimenti resi possibili dalla liquidità accumulata da queste aziende. 

 Gli sviluppi del contesto inflazionistico, anche alla luce dei dati pubblicati la scorsa settimana sull’inflazione core statunitense, risultatano molto contenuti. Fatta eccezione per i prezzi di alimentari ed energia, si rileva infatti un’attenuazione delle pressioni  inflazionistiche, un trend che ci sembra destinato a proseguire in tutte le economie sviluppate, incluso il Regno Unito. Di conseguenza, le banche centrali non si vedranno costrette ad aumentare i tassi di interesse, probabilmente per un periodo ancora piuttosto lungo.

Il ciclo dei rialzi potrebbe addirittura non iniziare prima dell’anno prossimo, e non nel secondo semestre 2010, anche se è importante fare una distinzione tra i paesi sviluppati e quelli emergenti. I mercati in via di sviluppo, infatti, registrano un rialzo dell’inflazione, parzialmente dovuto all’andamento delle materie prime. In generale, tuttavia, la crescita di questi paesi è molto più sostenuta e le pressioni in termini di capacità molto più accentuate; pertanto, riteniamo che il 2010 vedrà un generale rafforzamento delle valute dei mercati emergenti, per effetto delle pressioni inflazionistiche diverse e del conseguente irrigidimento della politica monetaria in molte di queste aree.

Allo stato attuale queste sono le previsioni sull’economia che cercheremo di rivedere nelle prossime settimane alla luce dei nuovi dati economici che saranno pubblicati.

La selezione di strumenti di investimento in grado di interpretare le rotazioni settoriali che saranno caratteristiche di queste fasi di mercato saranno un probabile “bust” alle performance di breve periodo.

 

(il presente articolo ha solo finalità informative e di educational.  Non vi sono riportati consigli di investimento.  Per i consigli di investimento è necessario rivolgersi a un consulente finanziario abilitato)

 

Le obbligazioni dei Paesi Emergenti

24.03.2010 – Vorrei ripercorrere con i lettori del mio sito alcuni dettagli tecnici del Mercato Obbligazionario dei Paesi emergenti— tutti aspetti importantissimi per chi vuole ricercare opportunità di guadagno in una tipologia di investimento che ha sempre consegnato grandi rendimenti con rischi misurati (per chi come noi,  non ha abboccato a tranelli quali quelli delle obbligazioni argentine)

Diversamente da quanto accade per i mercati azionari dei Paesi emergenti, per i quali l’Asia rappresenta la percentuale più elevate del benchmark, nel caso dei mercati obbligazionari emergenti a farla da padrone è l’America Latina, che costituisce il 46% dell’indice. A seguire troviamo i Paesi europei emergenti con il 28% e infine l’Asia con il 20%.

Nel complesso si tratta di Paesi che negli ultimi anni hanno notevolmente migliorato la salute dei propri sistemi finanziari, intraprendendo una serie di riforme di politica economica di tipo strutturale, finalizzate ad una più oculata gestione della finanza pubblica e all’aumento dell’autonomia delle rispettive banche centrali. Inoltre, un dollaro statunitense debole ha consentito a questi Stati di rimborsare a prezzi più contenuti il debito contratto in tale divisa, magari rifinanziandolo con emissioni in valuta locale, e il contesto di bassi tassi d’interesse causati dalla crisi finanziaria globale del 2008 permette loro di emettere nuovo debito a prezzi più contenuti.

Va anche evidenziato che i Paesi emergenti sono stati meno colpiti dalla crisi finanziaria, grazie ad un rapporto debito/PIL molto più basso rispetto alle controparti sviluppate, un più alto tasso di risparmio privato, e in generale una migliore situazione in termini di liquidità, anche grazie alle ingenti riserve che hanno potuto realizzare in corrispondenza del rialzo dei prezzi delle materie prime.

Tutti questi fattori rendono verosimile che l’indice rappresentativo delle emissioni obbligazionarie energenti (JP Morgan Emerging Markets Bond Global), attualmente con rating Ba1/BB+, possa ottenere nel corso del 2010 la valutazione di investment grade (BBB-).

In termini di profilo rischio-rendimento, negli ultimi 10 anni i mercati obbligazionari emergenti hanno avuto una performance in linea con quella dei mercati azionari emergenti ma con una volatilità del 40% circa in meno. Ciò è stato reso possibile dai proventi da interessi sui titoli in portafoglio, che hanno consentito di smussare nel tempo la variabilità dei rendimenti.

Le opportunità presenti in questi mercati non devono tuttavia nascondere alcuni rischi che permangono. Tra questi, il rischio valutario nel caso le obbligazioni fossero emesse in valuta locale, il possibile flight to quality se le paure legate alla ripresa globale dovessero avere il sopravvento e la maggiore dispersione nella performance tra emissioni di Paesi emergenti diversi.

Questo mercato si presta più di altri ad essere approcciato con strumenti di diversificazione e selezione come i fondi e sicav a gestione attiva.  Scegliere un prodotto non è cosa semplice e richiede il possesso di strumenti di selezione non accessibili al pubblico dei risparmiatori ma solo a professionisti del risparmio.  Inoltre se allo strumento di analisi delle performance associamo una conoscenza della storia dei Gestori del Fondo, i rischi di incorrere in scelte sbagliate si abbassano ulteriormente.

Occorre altresì ricordare che la performance non è sempre rappresentativa di una buona gestione del fondo anzi, in alcuni casi, può evidenziare una maggiore spregiudicatezza del gestore e maggiori rischi per il risparmiatore.  Per questo la conoscenza della politica di gestione consente di fare scelte consapevoli, a volte può convenire scegliere un gestore meno performance (che rende meno) ma che ha una strategia di gestione più prudente che può essere più vicina ai desiderata del risparmiatore.  

Nuovi dati di inflazione – cosa faranno i Governi?

Da ieri l’inflazione ha cominciato a fare capolino sui mercati. I dati diffusi circa l’aumento dei prezzi alla produzione negli USA (+1.8% in Novembre, cioè +2.4% y/y) ed all’aumento della produzione industriale hanno stimolato le preoccupazioni di un intervento della FED, almeno con riguardo ad una anticipata uscita dal Quantitative Easing. Questo ha creato tensioni sia a livello di valute (EUR /USD 1.45) sia a livello di obbligazioni Governative in USA ed in Europa. Per quest’ultima asset class si aggiunge il rischio di maggiori difficoltà da parte degli Stati a causa della enorme mole di debito, come ci ha ricordato la Grecia negli ultimi giorni.

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Dice un importante Gestore internazionale che:

–In Europa, la BCE ha annunciato che a poco a poco inizierà a ritirare il suo programma di quantitative easing. Guardando avanti la principale fonte di volatilità da monitorare sarà come i Governi adegueranno le loro politiche fiscali per ridurre i disavanzi. Mentre i paesi periferici come la Grecia stanno già affrontando la pressione per rafforzare i loro bilanci, i paesi centrali come la Germania e la Francia sono attesi nel corso del prossimo anno ad intraprendere più rigorose politiche di bilancio. Mi aspetto che la differenza tra bilanci e politiche fiscali tra paesi di Eurolandia possa offrire una fonte crescente di rendimento —

 

Non è quindi il momento per le scelte tattiche di lungo termine, occorre avere una strategia di tipo flessibile e quindi è richiesta una grande diversificazione.

Il suggerimento può essere quello di:

ALLEGGERIRE LA COMPONENTE OBBLIGAZIONARIA GOVERNATIVA TASSO FISSO

ALLEGGERIRE LA COMPONENTE OBBLIGAZIONARIA CORPORATE

INCREMENTARE LA COMPONENTE A TASSO VARIABILE

INCREMENTARE LA COMPONENTE INFLATION LINKED

SOTTOSCRIVERE IN MODALITA’ PAC LA COMPONENTE HIGH YIELD.

Scegliere di posizionare almento un 10-15% su strumenti decorrelati dai mercati tradizionali.  

N.B.(attenzione: prima di qualsiasi scelta di investimento occorre confrontarsi con il vostro consulente finanziario e leggere attentamente i prospetti informativi. Il presente articolo ha unicamente scopi informativi ed educativi,  non può essere considerato in nessun modo un consiglio di investimento) 

Zainetto Fiscale – minusvalenze –

Esistono strumenti che consentono di recuperare tutto o parte delle minusvalenze che hai realizzato in esperienze negative precedenti.  La sua precedente Banca potrebbe averle fatto dei danni, causato delle perdite, queste perdite in tutto o in parte vanno a riempire il tuo zainetto fiscale.

E’ come avere un credito di imposta che ha un tempo per recuperare, sono pur sempre soldi che puo risparmiare su altre operazioni.  Noi possiamo dirle come fare, con quali operazioni puoi percepire dei rendimenti netti senza ottenere nuovi prelievi fiscali in quanto i nuovi guadagni sono compensabili con le perdite realizzate.

C’è un fattore critico,  ha solo 4 anni per recuperare questi “crediti di imposta” (più l’esercizio nel quale li ha realizzati), quindi deve sbrigarsi ……… altrimenti perderà per sempre questi crediti.

Si rivolga a un bravo consulente che sappia guidarla con la necessaria competenza finanziaria e fiscale, nella maggior parte dei casi la sua Banca ignora o fa finta di ignorare questa possibilità.      

LE RISORSE NATURALI, una scommessa Vincente?

 

Già 10 anni or sono era evidente la presenza di UN MEGATREND DI LUNGO PERIODO, raccontavo ai colleghi del mio Studio un piccola e banale analisi sul settore delle materie prime.

I paesi industrializzati contano su  alcune centinaia di milioni di abitanti, basti pensare all’ITALIA è tra le 7 principali potenze mondiali ed ha solo 55 milioni di abitanti. 

Ci sono aree del mondo che contano MILIARDI di abitanti, pensiamo alla CINA E INDIA, ma anche ai paesi emergenti del futuro come i Paesi AFRICANI.  

Queste popolazioni progressivamente cominciano ad avere abitudini molto vicine a quelle occidentali, hanno desiderato le moto, ora desiderano le autovetture, gli elettrodomestici, i televisori, i forni a microonde ecc.  

Ma vediamo nel breve, immaginate 1 miliardo di abitanti che dal mezzo di lavoro utilizzato attualmente -buoi e asini-  decidono di passare a un MEZZO A MOTORE…. serviranno masse incredibili di ferro, rame, alluminio, zinco, platino, bronzo, plastiche ecc.  

Quindi la domanda di materie minerarie di questi paesi è destinata a crescere a dismisura e si tratta di materiali per i quali non esiste ancora alternativa.   All’energia da petrolio forse un domani esisterà alternativa, ma un bene durevole deve essere fatto di materiali come  il ferro, il vetro, il rame, l’alluminio, il platino, il palladio, l’oro.  Questi beni poi servono anche per costruire le CASE ANTISISMICHE , servono per gli ELETTRODOMESTICI.… 

Queste risorse sono scarse, non si investe più in miniere, la produzione è abbastanza rigida e in mano a poche gradissime compagnie…… a una crescita della domanda non potrà corrispondere una forte crescita dell’offerta. 

Queste sono le motivazioni che ci fanno credere a un MEGATREND che attraverserà questo intero secolo, e che porterà a una progressiva crescita dei prezzi delle risorse minerarie.  

Per cavalcare questo megatrend -se tutto ciò si verificherà- e guadagnarci molti  soldi, esistono degli strumenti che un bravo consulente sarà in grado di miscelare con strumenti meno rischiosi.

Quindi per capire se e quanto investire su questo MEGATREND  contatta un bravo consulente finanziario, rivolgiti con fiducia al nostro Studio Professionale

 

Nuovo orario di negoziazione

Ad esempio, il titolo Fiat potrà iniziare la fase di negoziazione continua alle ore 9:00:19 e il titolo Eni alle ore 9:00:43.

Di seguito lo schema riepilogativo degli orari di negoziazione:

Mercato MTA segmento Blue-chip,  Star

 08.00 – 09.00 (9.00.00 – 9.00.59)  asta di apertura (pre-asta, validazione e apertura)
 09.00 – 17.25  negoziazione continua
 17.25 – 17.30 (17.30.00 – 17.30.59)  asta di chiusura (pre-asta, validazione e chiusura)

Mercato MTA segmento standard

Classe 1

 08.00 – 11.00 (11.00.00 – 11.00.59)  asta di apertura (pre-asta, validazione e apertura)
 11.00 – 16.25  negoziazione continua
 16.25 – 16.30 (16.30.00 – 16.30.59)  asta di chiusura (pre-asta, validazione e chiusura)

Classe 2

 08.00 – 11.00 (11.00.00 – 11.00.59)  asta di apertura (pre-asta, validazione e apertura)
 11.00 – 16.30 (16.30.00 – 16.30.59)  asta di chiusura, (pre-asta, validazione e chiusura)

MTA International

 08.00 – 09.00 (9.00.00 – 9.00.59)  asta di apertura (pre-asta, validazione e apertura)
 09.00 – 17.25  negoziazione continua
 17.25 – 17.30 (17.30.00 – 17.30.59)  asta di chiusura (pre-asta, validazione e chiusura)

MERCATO SEDEX

 08.00 – 09.00  cancellazione proposte
 09.00 – 17.25  negoziazione continua

MERCATO MOT

Relativamente al segmento DomesticMOT

 08.00 – 09.30 (09.30.00 – 09.30.59)  asta di apertura (pre-asta, validazione e apertura)
 09.30 – 17.30  negoziazione continua

Per gli strumenti finanziari della classe “titoli di debito in euro”

 08.00 – 10.00 (10.00.00 – 10.00.59)  asta di apertura (pre-asta, validazione e apertura)
 10.00 – 17.30  negoziazione continua

Relativamente al segmento EuroMOT

 08.00 – 09.00 (09.00.00 – 09.00.59)  asta di apertura (pre-asta, validazione e apertura)
 09.00 – 17.30  negoziazione continua

MERCATO ETFPLUS

 09.00 – 17.25  negoziazione continua

Investire sui Farmaceutici

Ma alcuni fattori macro stanno ad indicare un probabile risveglio di questo settore.  

Tra i fattori macro vanno indicati  

1) la crescita della popolazione che accede al mondo dei farmaci

2) la tendenza all’invecchiamento della popolazione  

Questi due fattori sono di per se una garanzia di un sempre maggior fatturato nel campo della diagnostica e nel campo della farmacologia.  
Un fattore contingente che potrebbe portare a un forte ritorno di interesse potrebbe essere l’attuale  EPIDEMIA H1N1 così definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità OMS.  Il ritorno a una grande epidemia mondiale, le forti vendite di vaccino, gli acquisti forzati che scaturiranno dal picco di epidemia, potranno essere un volano per un settore per troppo tempo abbandonato dai grandi investitori.

 

Per scegliere se e come investire in questo settore  rivolgetevi a un Bravo Consulente.

Perché investire in un Piano di Accumulo?

Perché investire in un piano di accumulo ?

Sia che si voglia costruire un nuovo capitale per un obiettivo, sia che si voglia gestire parte di un patrimonio in maniera più remunerativa, il  Piano di accumulo è la soluzione adatta a tutti i risparmiatori. Si tratta dell’unica modalità di investimento su obbligazionario o azionario che consente di beneficiare di fasi di calo  dei mercati finanziari.  (ciò ci suggerisce il Pac come  il miglior strumento in questa fase di mercato caratterizzata da incertezza e volatilità)La fase attuale di mercato è la più indicata per entrare gradatamente in quello che sarà, con grande probabilità, la migliore scelta di investimento per chi ha un orizzonte a 5 anni.

 

Cosa occorre decidere prima?

Dobbiamo scegliere un buon fondo di investimento, sia per qualità del gestore sia per idea di investimento.  Il piano di accumulo può essere costruito con fondi azionari, bilanciati e obbligazionari.  La scelta va fatta in base alla durata e alla tolleranza al rischio.  In generale strumenti più rischiosi consentono maggiori rendimenti.

Parlane con il tuo consulente.

 

INVESTIRE SULL’INFLAZIONE

ImageDopo circa 12 mesi di assenza di inflazione e di caduta in deflazione, i dati incoraggianti sui consumi USA e la macrotendenza al rialzo dei prezzi delle Materie Prime (petrolio, ferro, rame alluminio ecc) hanno fatto rifiorire un settore che per mesi abbiamo consigliato ai nostri clienti.   

Le obbligazioni legate all’inflazione, emesse da Stati OCSE, hanno la caratteristica di offrire rendimenti legati al tasso di inflazione.  Per esempi alcuni BPT inflation linked offrono una cedola semestrale pari al tasso di inflazione rilevato da Eurostat (al netto dei tabacchi) + un 2%.  ciò vuol dire che questi titoli offrono un rendimento reale sicuramente positivo.

In questa fase di mercato caratterizzata da bassi tassi di interesse, cedole dei titoli di stato molto basse e inflazione in ripresa,  i titoli inflation linked sono uno dei porti sicuri (in tema di tasso reale) nei quali far affluire quella parte di capitale che non si vuole rischiare.  Certo i prezzi possono oscillare negativamente, ma solo in caso di nuova caduta in deflazione.  Un buon consulente saprà indirizzarvi verso i titoli giusti dedicando a questo settore di investimento la giusta quota del vostro capitale.

Perché investire in Asia?

Cosa potrebbe succedere se le allocazioni nei mercati emergenti venissero invece decise in base al PIL e sottoposte a un riequilibrio periodico così come avviene nel caso delle strategie di allocazione per capitalizzazione di mercato?

In un indice basato sul PIL, le percentuali per paese rappresenterebbero l’importanza relativa della loro economia piuttosto che del loro mercato azionario. Intuitivamente, a giudicare dall’andamento del PIL negli ultimi 20 anni, una strategia del genere avrebbe comportato una progressiva riduzione delle allocazioni sulle economie avanzate all’interno dei portafogli globali cui sarebbe corrisposto un proporzionale aumento dell’asset allocation sui mercati emergenti, in particolare nei Paesi asiatici in via di sviluppo. Nell’ambito di una strategia basata sul PIL, le maggiori posizioni di sovrappeso corrisponderebbero a Cina e India.