24.11.2010 – Con la crisi “annunciata” dell’IRLANDA si apre una nuova fase di volatilità destinata a favorire scelte politiche che perseguono scopi diversi da quelli pubblicati sulle principali testate dei giornali.
L’antefatto: — per molti anni l’Irlanda è stata indicata come un esempio positivo tra i paesi dell’UE. In particolare le agevolazioni fiscali l’avevano resa meta preferita del turismo economico, sono fiorite una serie di società di investimento di diritto irlandese di proprietà di Banche Italiane e molti istituti finanziari per sfuggire alle alte imposizioni ne avevano fatto la loro sede principale. Queste scelte di politica fiscale, unite a una burocrazia zero, avevano favorito una crescita economica senza eguali ed un boom del mercato immobiliare.
Ma anche le bugie economiche hanno le gambe corte, è bastata una leggera depressione economica per generare deficit di bilancio enormi e mettere in crisi il bilancio di un paese che aveva generato intanto una spesa pubblica sproporzionata rispetto all’economia reale. —
NOn appena avuta la notizia la Cancelliera Tedesca e il Premier Francese sono intervenuti per parlare della criticità della situazione, ma avvertivano che — c’è già la soluzione — sarebbe intervenuto il fondo di Garanzia finanziato dai paesi UE.
Il reale motivo di tale repentino interesse risiede in fatti mai citati da questi signori : la maggior parte del debito pubblico Irlandese è detenuto proprio da Banche Tedesche e Francesi. Solo lo 0,4% circa sarebbe detenuto da Banche italiane.
Quindi, siccome finanziamo anche noi il fondo di garanzia, ciò significa che stiamo pagando soldi per risolvere i problemi che — in primis — avrebbero avuto proprio i governi tedesco e francese, chiamati ad intervenire sul salvataggio delle Banche tedesche e francesi.
Il secondo motivo della sottolineatura della gravità della situazione da parte della Germania risiede nella necessità di influire sul Cambio Euro – Dollaro USa.
Nella inesistenza di possibilità di intervento da parte della BCE sul tema dei cambi (non rientra tra i suoi compiti e non ha strumenti) la crisi irlandese è proprio capitata ad hoc.
Con questa abile manovra diversiva si è imposto un argomento negativo per deprezzare l’euro accrescendo la competitività delle aziende Tedesche che, come sappiamo, devono la loro performance positiva alle esportazioni verso l’area Asiatica.
Insomma con i soldi di altri stanno cercando di salvare le banche tedesche e francesi agevolando anche le aziende tedesche con un tasso di cambio momentaneamente più basso.
Anche la crisi Irlandese si inserisce nella cosiddetta GUERRA VALUTARIA oggetto dei capitoli precedenti, nei quali tutto ciò he avevamo previsto si è verificato.
Per questo motivo credo che si tratti di una rielaborazione del –gioco delle tre carte –, il famoso gioco nel quale mescolando le carte si cerca di nascondere la verità, perseguendo il reale scopo.
Lo scopo di questi signori non è un’Europa più forte ma la supremazia economica e politica da affermare stavolta non con le armi ma con la finanza.
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