Investimenti in velocità

22-07-2010 – La velocità di cambiamento sembra la nota distintiva principale dell’economia e dei mercati finanziari.  

Importanti novità stanno nascendo per limitare le speculazioni ed il -moral hazard- delle Banche e degli operatori finanziari, ma le modifiche  per ovvi motivi non possono essere così veloci quanto il mercato.  Siamo tuttavia sulla buona strada, lentamente e con qualche crisi verremo traghettati verso una nuova fase di  espansione destinata a consegnarci un mondo totalmente diverso da quello che conosciamo. Il mondo cambia più velocemente di quanto i nostri modelli economici riescano ad interpretare.

L’attuale dibattito sullo stressare misure di austerity piuttosto che politiche di espansione keinesiane sta mancando il problema che è sempre più di natura politica.

La società occidentale è arrivata – nella sua media – ad un livello di benessere che è difficile aumentare sostenibilmente ai tassi di crescita del passato: ma purtroppo siamo restii ad ammetterlo. La nuova crescita si potrà ritrovare nel miglioramento del sistema di welfare e –civilizzazione- della società. Tra poco la Cina non avrà più bisogno dei macchinari tedeschi e dei consumatori americani, ma probabilmente il suo modello di capitalismo di stato potrà incontrare delle difficoltà e in quel momento solo un occidente compatto e con sistemi di goverance evoluti potrà intervenire per ripristinare l’equilibrio. Venendo ai mercati, la caduta degli indicatori che misurano la confidenza dei consumatori di venerdi (consumer sentiment survey di Reuters  e University of Michigan) – che hanno negativamente inciso sulle borse -, così come lo studio di AlixPartners (riportato anche dal FT di oggi) non fanno che confermare un quadro di insicurezza e lenta ripresa economica. La fase di relativa tranquillità che hanno attraversato i mercati finanziari nelle ultime settimane è stata favorita da una percezione di attenuazione del rischio nell’area Euro (anche a seguito delle prime manovre di “deficit cut” effettuate da alcuni Governi Europei).

Nell’ambito di questo scenario  in cui la volatilità rimane pur sempre a livelli storicamente elevati la gestione del rischio è il fattore chiave di  successo.Lo scenario è più incerto e sinceramente fare delle previsioni su quello che faranno le borse da qui a settembre è estremamente difficile. 

La massima probabilità propende per un mercato laterale con un’impennata di volatilità in corrispondenza con dati particolarmente positivi o particolarmente negativi.

Detto ciò abbiamo comunque alcune convinzioni che ha senso riportare.Per l’investimento azionario fa senso prediligere grandi società con solidi business ampiamente diversificati sui paesi emergenti in settori difensivi come i consumer staples. Questi titoli –value- (in cui i nostri omologhi fondi value tipicamente investono) hanno ancora quotazioni che non esprimono il loro pieno potenziale.  Per la parte bond ha senso una diversificazione in corporate bond dei mercati emergenti e in titoli ad elevata capacità  di generazione di cash il cui  premio di rendimento è più che giustificato dal rischio.Infine per l’investimento in materie prime il rame, che ha sofferto una fase di debolezza dall’inizio dell’anno, rimane positivamente correlato con il ciclo infrastrutturale dei mercati emergenti quali la Cina ed è quindi interessante. Una gestione attiva è comunque sempre preferibile.

La scorsa settimana abbiamo abbassato la quota equity sul rimbalzo e iniziato ad introdurre nei portafogli l’indice di volatilità (vixx) in attesa di una sua ripresa.Un mercato che cambia velocemente richiede all’investitore il possesso di una strategia vincente di fondo e una rapidità di cambiamento tattica. 

Gli approcci da cassettista fanno parte di un mondo che non esiste più ed espongono a rischi incontrollabili.   

 

NOTA BENE : il presente articolo ha finalità esclusivamente informative ed educative. Il contenuto non va preso come un suggerimento di investimento.  Per avere consigli di investimento è indispensabile rivolgersi ad un consulente finanziario che consiglierà solo dopo aver valutato situazione patrimoniale, esigenze, obiettivi e propensione al rischio del cliente.

 

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